Web marketing su Facebook: una case history di successo

Con questo post vorrei portarvi a conoscenza di una iniziativa di Web Marketing che ha coinvolto Facebook, un gruppo sociale, e la clientela di un semplice ma rinomato bar notturno della cittadina dove vivo.

Ormai Facebook è diventato anche qui, nella provinciale Piacenza, un “must” personale, al pari dei contatti MSN e Skype (tradotto, non puoi farne a meno).

Facebook è diventato un big player da pochi mesi, in Italia. Me ne sono accorto a distanza di un anno dalla mia iscrizione (non vi ho mai dedicato tempo: ho compilato solo le info di base del profilo, caricato una foto e stop), quando un bel giorno, un numero sempre maggiore di amici, conoscenti e colleghi hanno iniziato -nel giro di pochissimo tempo- ad aggiungermi uno dopo l’altro al loro network di amici.

Il numero di ore speso su questo social network dai nostri connazionali è aumentato esponenzialmente, tanto che se “Non hai facebook?”, ormai “sei out”. Il fenomeno ha superato da poco tempo la massa critica, diventando anche da noi un fenomeno di costume… e salvo sorprese, è arrivato per restare.

Ma questa non vuol essere un’analisi esaustiva dell’utilizzo di Facebook; anzi: torniamo pure a parlare di web marketing.

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Strategie di posizionamento: bottom-up

Lavorare a progetti SEO per nomi molto noti, potendo contare sul supporto del reparto marketing e PR del marchio stesso, spesso fa sì che i risultati di branding e buzz ottenuti offline si ripercuotano positivamente sul traffico e sui posizionamenti di un sito web.

Link spontanei che nascono come funghi presso i siti di blogger e comunità appassionate, visite e conversioni che vanno avanti trainate dalla pubblicità tradizionale, ricerche di tipo “navigational” che si ripetono a migliaia presso i motori di ricerca: sono solo alcuni dei fenomeni che si notano facendo SEO per conto di brand ben conosciuti presso il grande pubblico.

In queste condizioni il lavoro è, per molti aspetti, più semplice. Ma cosa fare se non si ha la fortuna di poter beneficiare degli sforzi sostenuti dal brand stesso, perché magari è poco noto o magari perché il sito è nuovo e non può contare su appoggi forti?

Come agire quando gli obiettivi di traffico organico e conversioni devono essere raggiunti potendo contare solo sulle proprie forze, magari in un mercato competitivo?

C’è una strategia che può aiutare in questi casi: si tratta di una strategia di posizionamento che copre, in due fasi, sia il breve che il lungo periodo, e che adotta un approccio “bottom-up“.

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I Social Network Italiani

Se Digg è in declino, i Social Sites italiani pare stiano pian piano riuscendo ad emergere dall’oscurità.

Questo post presenta una panoramica dei siti di Social Bookmarking, Answering e News Rating più utilizzati al momento in Italia, e ne presenta anche alcuni al momento poco usati ma che potenzialmente possono ambire a raggiungere quella massa critica che li rende appetibili -anche- dal punto di vista del SEO/SEM.

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La Community di Digg

Eccoci nuovamente a parlare di digg: l’altra volta ho descritto i suoi algoritmi, questa volta intendo affrontare l’analisi dell’aspetto sociale di digg.

In questo post prenderò in esame il profilo e gli interessi della sua community, alcuni metodi per integrarvisi con successo, e descriverò alcune peculiarità delle storie più popolari. Inoltre, non mancherò di fornire qualche consiglio su come impostare un articolo fatto apposta per digg (un diggbait) e su come costruire il vostro power account: averne (almeno) uno vi permetterà di dare un significativo boost iniziale alle vostre submissions, aumentando esponenzialmente le possibilità di ottenere qualche front page.

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